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attuiamo la costituzione

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Questo sito è dedicato alla difesa dei principi della Costituzione del 1948 e si attiva quando tali principi sono in pericolo.

apri capitolo Indice

apri capitolo riforma 2020

Il 20 e il 21 Settembre 2020 il popolo sovrano deve decidere se

  • diminuire il numero dei propri rappresentanti in Parlamento, passando da 640 a 400 Deputati e da 315 a 200 Senatori
  • se ridurre il numero dei Senatori della circoscrizione Estero da 6 a 4
  • se aumetare a 3 i Senatori delle provincie autonome di Trento e Bolzano, che quindi supererebbero quelli delle regioni Molise (2) e Valle d'Aosta (1)

Le motivazioni addotte dai fautori della riforma sono due: diminuzione dei costi, efficienza dei lavori parlamentari, ma sono opinabili:

  • per diminuire i costi sarebbe bastato diminuire gli "stipendi" dei Parlamentari e lo si sarebbe potuto fare fare con legge ordinaria, senza bisogno di modificare la Costituzione. In ogni caso i costi degli "stipendi" dei Parlamentari, seppur oggettivamente alti, sono un inezia rispetto alle spese dello Stato e degli Enti Locali.
  • Non è vero che l'efficienza dei lavori parlamentari aumenta diminuendo i componenti di Camera e Senato, anzi! La maggior parte dei lavori parlamentari avviene nelle Commissioni ed esse sono costituite da Parlamentari. Avere meno Parlamentari significa avere commissioni meno numerose e quindi con meno conoscenze e competenze e pertanto sempre più in balía delle lobby che, da sempre, esercitano pressioni su di esse. Questa non sarebbe efficienza, ma maggiore dipendenza da singoli e organizzazioni esterne al Parlamento il cui lavoro non sempre è cristallino.

Inoltre c'è da considerare la rappresentatività ossia il numero parlamentari ogni 100000 abitanti. Negli Stati europei con oltre 20Ml di abitanti essa è:

StatoNumero
parlamentari
Milioni
abitanti
Parlamentari
per 100.000 ab.
GB1442632,29
IT ora945601,58
PL560371,51
FR925641,45
ES616461,34
IT dopo600601,00
DE768830,93

Come si vede la rappresentatività attuale in Italia è minore di quella della Gran Bretagna e maggiore di quella di Germania, ma non si discosta molto da quella di Polonia, Francia e Spagna. Con la riforma solo i tedeschi sarebbero meno rappresentati in Parlamento degli italiani.

apri capitolo per tornare allo Spirito del '48

Per tornare allo spirito della Costituzione del '48 secondo me è necessario:

  1. Eliminare dalla Costituzione l'obbligo di pareggio in bilancio
    Esso limita l'autonomia di Governo e Parlamento impedendo loro di spalmare su diversi anni i costi di eventuali politiche "espansive". Fu introdotto in Costituzione nel 2012 (¹)
  2. Limitare il numero dei cittadini italiani residenti all'estero che hanno diritto di voto.
    Ad oggi gli aventi diritto a votare all'estero sono circa 4 milioni e sono una buona percentuale dell'elettorato totale in caso dei referendum. Alle elezioni politiche eleggono 12 Deputati e 6 Senatori. Dal 2001 possono votare alle politiche e ai referendum non solo gli emigrati all'estero, ma anche i loro figli e nipoti. Figli e nipoti possono chiedere la cittadinanza e con essa votare anche se sono nati all'estero, se sono cittadini stranieri, se non parlano italiano e se non sono mai stati in italia. E, tutti, possono votare dall'estero via posta, con tutti i problemi irrisolvibili di certezza dell'elettore e di segretezza del voto. Il voto per posta non era inizialmente previsto nella Costituzione del '48 ma fu aggiunto nel 2000 (²). Il diritto di voto dovrebbe essere limitato ai nati in Italia che risiedano all'estero da non più di un certo numero di anni (es: 20) e che non abbiano preso una cittadinanza straniera.

È poi utile eliminare il trattamento speciale riservato a vita agli ex presidenti della Repubblica.
Dal 2001 vengono definiti Presidenti Emeriti della Repubblica, carica non prevista dalla Costituzione e viene loro garantita per tutto il resto della vita una dotazione di personale, uffici, viaggi di stato e perfino una apposita insegna da piazzare sull'auto di Stato. È incredibile che in una Repubblica Parlamentare si garantisca a qualcuno uno status privilegiato per tutto il resto della sua vita! Infatti, la Costituzione prevede per gli ex Presidenti della Repubblica un incarico a vita (essere senatore) ma non parla certo di situazioni di privilegio assimilabili a quelle di un sovrano. Inoltre siamo abituati a Presidenti della Repubblica piuttosto anziani, ma se diventassimo un paese "normale" che elegge Presidenti di 40 o 50 anni, potremmo trovarci nella condizione di avere in giro tre o quattro "Presidenti Emeriti della Repubblica". Ecco un paio di articoli di giornale che raccontano la ricca e privilegiata condizione di "Presidente Emerito della Repubblica": articolo del Fatto Quotidiano e articolo di Lettera 43. Ho cercato gli atti ufficiali inerenti l'istituzione della carica di Presidente Emerito, ma ha avuto una bella sorpresa!

Riferimenti:

(¹) Legge Costituzionale 20 aprile 2012, n. 1 "Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale" (GU Serie Generale n.95 del 23-4-2012)

(²) Legge costituzionale 17 gennaio 2000, n. 1 "Modifica all'articolo 48 della Costituzione concernente l'istituzione della circoscrizione Estero per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 15 del 20 gennaio 2000 e poi normato dalla Legge 27 dicembre 2001, n. 459 "Norme per l' esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all' estero" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 4 del 5 gennaio 2002

apri capitolo Anziché candidare persone oneste e competenti stravolgono la Costituzione

Le istituzioni democratiche funzionano bene quando sono incarnate da un ceto politico onesto e competente. Oggi i partiti non selezionano più il ceto politico in base alla onestà e alla competenza, quindi le istituzioni non funzionano bene. L'ovvia soluzione al problema sarebbe che i partiti smettessero di essere meri centri di potere e tornassero a selezionare un ceto politico onesto e competente. Purtroppo i partiti non vogliono cambiare e ci fanno credere che siano le istituzioni a doverlo fare, ma le modifiche proposte servono solo ad aumentare il potere delle elite che comandano i partiti, a danno dei cittadini.

I nostri problemi sono di ordine politico e non istituzionale e discendono tutti dalla presenza di persone incompetenti messe in luoghi di potere solo per appartenenza, e di persone disoneste e/o incompetenti elette a cariche pubbliche, a tutti i livelli. Si potranno cambiare mille volte tutti gli articoli della Costituzione, ma i problemi rimarranno fino a quando i partiti non torneranno a selezionare una classe dirigente onesta e competente.

apri capitolo Ma la Costituzione può essere modificata, giusto?

La Costituzione può essere modificata, seguendo le procedure in essa stessa contenute, ma chi vuole modificarla dovrebbe:

  1. indicare i problemi che si propone di affrontare
  2. dimostrare che tali problemi sono causati proprio da quegli articoli della Costituzione che propone di modificare
  3. dimostrare che le modifiche proposte possono veramente porre rimedio ai problemi indicati
  4. dimostrare che le modifiche proposte non creano problemi di altro tipo

Ma chi vuole modificare la Costituzione non dice mai nulla a proposito dei quattro punti sopra esposti e, anzichè argomentare in modo razionale le ragioni, e la direzione, dei cambiamenti che ha in mente dice che modificare la Costituzione porterà alla soluzione di molti problemi italiani. Ma questo è solo un facile slogan che temo voglia nascondere agli occhi della pubblica opinione il vero scopo: alterare gli equilibri disegnati dall'Assemblea Costituente al fine di accrescere il potere del Governo a scapito del Parlamento. Il problema che questo vero scopo è nascosto alla pubblica opinione alla quale vengono somministrati semplici slogan che nascondono la vera portata delle modifiche.

apri capitolo false motivazioni per modificare la Costituzione

gli slogan di chi vuole cambiare la Costituzione e la realtà
lo slogan la realtà
serve una nuova Costituzione per meglio affrontare i problemi dell'Italia I problemi dell'Italia sono di ordine politico, economico e culturale, e non dipendono assolutamente dagli articoli della Costituzione! Sfido chiunque a trovare un collegamento tra Costituzione vigente e delinquenza organizzata (mafia, camorra, ndrangheta...), disoccupazione, evasione fiscale, scarso senso civico degli italiani, disonestà di alcuni politici, eccessiva burocrazia, basso livello culturale generale, poca moralità del Paese, limitata capacità industriale ed imprenditoriale, conflitto di interessi, carceri piene, ospedali che non funzionano ... Questi, che sono alcuni tra i veri problemi dell'Italia, non sono risolvibili da alcuna riforma costituzionale!

Non è certo colpa della Costituzione se i partiti mettono nei posti chiave delle Istituzioni e dell' Amministrazione Pubblica raccomandati incapaci, corrotti o facilmente corruttibili.

la Costituzione è vecchia La Costituzione italiana ha 76 anni, quella degli Stati Uniti ne ha 237 e nessuno pensa di modificarla! Eppure il mondo è più cambiato dal 1787 ad oggi che dal 1948 ad oggi! Come quella USA anche la nostra Costituzione ha subito negli anni piccole modifiche necessarie, quindi il fatto che sia stata scritta 76 anni fa non è di per se un valido motivo per stravolgerla. La Costituzione tedesca è nata nel secondo dopoguerra in condizioni culturali e storiche praticamente identiche alle nostre (sconfitta militare alla fine di una feroce dittatura), ma nessun tedesco pensa sia ora di stravolgerla perchè è vecchia!
per velocizzare l'iter legislativo dobbiamo superare il bicameralismo perfetto L'esistenza di due camere legislative non è una eccezione italiana: le più popolose democrazie del mondo hanno due Camere con equali poteri legislativi per cui ciascuna legge deve essere approvata da entrambe. Tra di esse: Stati Uniti, Francia, Giappone, Messico, India, Canada, Brasile e Australia, Paesi nei quali la politica è evidentemente in grado di far funzionare bene le due Camere, forse perchè non le infarcisce di raccomandati incapaci, corrotti o facilmente corruttibili. Questo è un link di approfondimento
Tutti diciamo che in Italia abbiamo troppe leggi, e questa enorme legiferazione non dipende certo dal bicameralismo, anzi se bastasse una sola Camera ad approvare una legge, oggi avremmo sicuramente un numero maggiore di leggi. Inoltre una legge che fosse sbagliata nel merito rimarrebbe sbagliata anche se per la sua promulgazione fosse sufficente l'approvazione di una sola assemblea legislativa anzichè due. Comunque la legge Alfano è stata presentata ed approvata da entrambe le Camere in venti giorni (Luglio 2008), quindi il bicameralismo perfetto non impedisce nulla, se c'è la volontà politica di farlo.
diminuiamo il numero dei parlamentari per ridurre le spese dello Stato A parte l'ingenerosa e antipolitica concezione del Parlamentare quale essere passivo che è solo un costo per lo Stato, per risparmiare sulle spese del Parlamento non è necessario cambiare la Costituzione ma basta abbassare diaria e rimborsi di tutti i 945 parlamentari.

apri capitolo origine della nostra Costituzione

La Costituzione Italiana fu scritta da una assemblea di 556 persone appositamente elette dal popolo sovrano. I membri della Costituente furone eletti col sistema proporzionale al fine di rappresentare tutte le idee e gli orientamenti presenti nel Paese. Essi rappresentavano la parte migliore della Politica e della Cultura italiana.

Ecco alcuni nomi: Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Amintore Fanfani, Antonio Giolitti, Antonio Segni, Benigno Zaccagnini, Emilio Colombo, Emilio Paolo Taviani, Ferruccio Parri. Gian Carlo Pajetta, Giorgio Amendola, Giovanni Gronchi, Giovanni Leone, Giulio Andreotti, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Saragat, Giuseppe di Vittorio, Ignazio Silone, Luigi Einaudi, Luigi Longo, Mariano Rumor, Nilde Iotti, Oscar Luigi Scalfaro, Palmiro Togliatti, Paolo Treves, Piero Calamandrei, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Umberto Terracini, Vittorio Foa.

I lavori durarono un anno e mezzo e si tennero 174 riunioni plenarie e 222 riunioni di Commisione e sottocommissione. Il tutto produsse una Costituzione di 139 articoli entrati in vigore il 1 Gennaio 1948.

apri capitolo storia recente delle modifiche costituzionali

20-21 Settembre 2020Referendum confermativo della riforma che taglia il numero di Deptati e Senatori
10 gennaio 202071 senatori depositano presso la Corte di Cassazione la richiesta di referendum costituzionale. Almeno 20 di essi avevano votato a favore della riforma, ma poi ci ripensano e chiedono il referendum
8 ottobre 2019Approvata in via definitiva la legge che prevede il taglio del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato.
4 Dicembre 2016La riforma viene bocciata dal popolo sovrano col 60% di NO.
2014 - 2016La riforma viene approvata dal Parlamento senza raggiungere i 2/3 dei voti. Alcuni gruppi parlamentari chiedono il referendum consultivo. Si formano anche i due comitati del SI e del NO. Il comitato del SI (organizzato dal PD) riesce a raccogliere le 500000 firme necessarie per richiedere il referendum, mentre non ci riesce il Comitato per il NO
Marzo 2014 Il Consiglio dei Ministri del Governo Renzi approva il DDL Costituzionale 31 Marzo 2014 intitolato "Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei Parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle Istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzone". Leggi tutta la documentazione sulla riforma
luglio 2013 Il Governo vuole che il Parlamento modifichi la Costituzione non secondo i modi previsti dalla Costituzione stessa (art. 138) ma in modo accellerato attraverso un comitato che esamini i progetti di revisione dei Titoli I, II, III e V della parte Seconda della Costituzione che riguardano le materie della forma di Stato, della forma di Governo e del bicameralismo. A tale scopo il Governo ha presentato un Disegno di Legge Costituzionale dal titolo "Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali" (Atto numero 813 al Senato).
Il Comitato è composto da venti senatori e venti deputati nominati dai presidente delle Camere e scelti tra i membri delle commissioni permanenti per gli Affari Costituzionali rispettivamente del Senato e della Camera. Fanno parte di diritto i presidenti delle predette Commissioni. Sono 42 persone cui nessun popolo sovrano ha mai dato mandato di modificare la Costituzione ma che si troveranno a poter intervenire su ben 61 articoli (quasi la metà della Costituzione!) che riguardano: il Parlamento (Titolo I, 28 articoli), il Presidente della Repubblica (Titolo II, 9 articoli), il Governo (Titolo III, 9 articoli), le Regioni, le Province, i Comuni (Titolo V, 15 articoli).
In base all'art.2 comma 2 del DDL il comitato può esaminare solo i progetti che gli assegnano i presidenti delle Camere, scelti tra quelli presentati alle Camere dall'inizio dell'attuale Legislatura (XVII) alla fine dei lavori del Comitato stesso. Il testo prodotto dal Comitato dovrà poi essere approvato dalle Camere in doppia seduta e l'intervallo minimo tra le due deliberazioni potrà essere di soli 45 giorni anzichè di tre mesi come previsto dall'art. 138 della Costituzone. A differenza di quanto prevede l'art.138, sarà possibile chedere il referendum popolare sul testo approvato dalle Camere anche se l'approvazione avverrà con oltre i 2/3 dei voti. Il risultato, come per tutti i referendum confermativi, sarà valido indipendentemente dal numero degli elettori.
L'uscita dal Governo del Popolo delle Libertà fortunatamente blocca l'iter di approvazione del Disegno Legge Costituzionale.
aprile 2012 E' stato introdotto in Costituzione il principio del pareggio di bilancio. Legge Costituzionale 20 aprile 2012, n. 1 "Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale" GU Serie Generale n.95 del 23-4-2012. Sono modificati gli art. art. 81, art. 97, art. 117 e art. 119. Poichè la modifica è stata votata da più di due terzi dei Parlamentari, non è possibile indire referendum confermativo.
aprile 2011tentativo di modificare l'art. 1
aprile 2008termina la XV legislatura ed i lavori parlamentari si interrompono, ma state certi che l'assalto alla Costituzione riprenderà presto
ottobre 2007 il Parlamento (XV legislatura) propone di nuovo modifiche costituzionali
La Camera dei Deputati, maggioranza di centrosinistra, ha elaborato una proposta di riforma costituzionale che prevede:
  • fine del bicameralismo perfetto
  • nascita del Senato federale
  • diminuzione del numero di Deputati e Senatori
  • maggiori poteri al capo del Governo. Il Parlamento darà la fiducia non al Governo ma alla persona del Presidente del Consiglio il quale potrà proporre al Presidente della Repubblica la nomina e la revoca dei singoli ministri (senza bisogno di una mozione di sfiducia individuale del Parlamento, come invece è necessario ora)

Sono poche le differenze tra la riforma bocciata nel 2006 e quella in corso d'opera nel 2007. Le principali (al 17 ottobre 2007) sono le seguenti:
  • la composizione e le competenze del Senato federale
  • la mancanza della "devolution" (mancanza probabilmente momentanea perchè il Senato federale dovrà pur avere qualche competenza specifica quindi, magari sotto un altro nome, probabilmete avremo anche la "devolution").

Se alla fine dell'iter legislativo le differenze fossero davvero poche, sorgerebbe spontanea la seguente domanda: come mai ciò che non andava bene nel 2006 va bene nel 2007/2008? Sbagliammo ad opporci alle modifiche costituzionali nel 2006, o sbagliamo oggi a non contestare quelle nuove? Fummo strumentalizzati per fini politici nel 2006 oppure lo siamo oggi?

Rispetto alla Costituzione vigente passeremo da un bicameralismo perfetto ad un monocameralismo di fatto a favore della Camera dei Deputati. Infatti il Senato federale:

  • non darà e non toglierà la fiducia al Governo
  • avrà competenze molto limitate
  • non sarà eletto dai cittadini: i senatori sono eletti dai Consigli regionali, al proprio interno e dal Consiglio delle autonomie locali tra i componenti dei Consigli dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane.
  • inoltre i senatori potranno avere una età minima di 18 anni. Avrà ancora senso chiamare questa seconda Camera con un termine (Senato) che deriva dal sostantivo latino senex ovvero "anziano"?

Per meglio capire come stanno le cose ecco alcuni utili documenti:

La I Commissione Permanente Affari Costituzionali della Camera dei Deputati (relatori Sesa Amici, Ulivo e Italo Bocchino, AN) ha lavorato su varie proposte di modifica costituzionale. Ha lavorato alacremente (solo nei primi giorni di Ottobre 2007 ben sei sedute sono state dedicate alla riforma Costituzionale: i giorni 3, 4, 9, 10, 11, 13 e 17) e il 17 Ottobre, grazie all'astensione dei partiti di centro destra, ha approvato un Testo Unificato che il 22 Ottobre 2007 è stato portato in discussione all'Assemblea della Camera.

giugno 2006 col referendum il popolo italiano rifiuta i cambiamenti della Costituzione che il Parlamento aveva approvato nel Novembre 2005
La Costituzione è salva!
novembre 2005 il Parlamento (XIV legislatura) modifica la Costituzione
La maggioranza di centrodestra modifica la Costituzione secondo le modifiche proposte dal Governo Berlusconi. Le novità principali sono:
  • fine del bicameralismo perfetto
  • nascita del senato federale
  • diminuzione del numero di Deputati e Senatori
  • maggiori poteri al capo del Governo che è chiamato Primo Ministro ed ha anche la facoltà di nomina e revoca dei Ministri, potere tolto al Presidente della Repubblica
  • "devolution"
 Questo sito fu aperto nell'aprile 2005 come forma di opposizione alle riforme in corso. Chi è interessato può vedere come era il sito al giorno del referendum 2006

apri capitolo storia recente delle modifiche elettorali


2014 il Governo Renzi, con l'appoggio di Forza Italia, propone il cosidetto "Italicum". La Camera lo approva inizialmente il 12 Marzo 2013 e poi diventa la legge 6 maggio 2015, n. 52 (GU n.105 del 8-5-2015). È importante notare come questa legge valga solo per la Camera, dal momento che il Senato, in base alla riforma Costituzionale proposta dal Governo Renzi (vedi testo ufficiale e vedi testi comparati), non sarà più elettivo. Il sistema della legge elettorale Italicum è proporzionale con:
  • Premio di maggioranza. Il partito (non la coalizione!) più votato che superi il 40% dei voti guadagna il premio di maggioranza, ottenendo 340 seggi (su 630, pari al 54%). Nessun partito può mai avere più di 340 seggi. Nel caso che al primo turno nessun partito raggiunga il 40% dei voti si procederà al ballottaggio tra i due partiti più votati. I 340 seggi saranno assegnati a chi vincerà il ballottaggio (anche per un solo voto in tutta Italia).
  • Soglie di sbarramento. Entrano alla Camera dei deputati solo i partiti che ottengono più del 3% dei voti a livello nazionale o quelli che, presenti solo in una unica regione vi ottengono almeno il 20% dei voti
  • Liste bloccate. L'italia é suddivisa in 100 collegi e in ciascuno di essi il capo lista viene eletto indipedentemente dalle preferenze. Pertanto 100 parlamentari saranno nominati dai rispettivi partiti, poichè i capi lista sono necessariamente eletti essendo fuori dal voto di preferenza.
  • Candidature multiple. I capilista, quelli bloccati, possono candidarsi in massimo 10 circoscrizioni

Il 4 Dicembre 2013 con la sentenza n.1 del 2014 la Corte Costituzionale ha bocciato due punti della Legge Calderoli: l'attribuzione del premio di maggioranza e le liste bloccate. La Corte ha lasciato vigente una legge elettorale proporzionale depurata da qualsiasi premio di maggioranza (il cosidetto "Consultellum"). Le Camere restano operative secondo il principio di continuità delle istituzioni. Ecco la sentenza della Corte.

Nel Giugno del 2009 si tenne un referendum popolare che avrebbe potuto modificare la legge Calderoli spostando il premio di maggioranza dalle coalizioni ai partiti ed abolendo le candidature multiple (lasciando impossibile l'espressione del voto di preferenza). Ma non si raggiunse il quorum e il "porcellum" rimase in vigore.

Nel 2005 la legge Calderoli, chiamata "porcata" dal suo stesso estensore e quindi anche nota come "Porcellum", andando in controtendenza al risultato referendario del 18 Aprile 1993, ha modificato il precedente meccanismo misto in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze. Con questa legge sulla scheda elettorale sono presenti solo i nomi dei candidati premier e le liste sono bloccate.

Il referendum popolare del 18 Aprile 1993 introduceva un sistema misto prevalentemente maggioritario per l'elezione del Senato.

Lo stesso anno 1993 la legge Mattarella (nota anche come "Mattarellum") configurava un sistema elettorale maggioritario, corretto da una sensibile quota proporzionale pari ad un quarto dei seggi di ciascuna assemblea. Ogni partito proponeva un unico candidato in ciascun collegio/circoscrizione e gli elettori potevano fare la croce sul nome del candidato per loro migliore o, almeno, del meno peggiore. Il voto di preferenza non c'era più però esisteva, almeno per la quota maggioritaria, un collegamento diretto e certo tra il territorio e i suoi rappresentanti in Parlamento.

Il 9 Giugno 1991 un referendum popolare introduceva la preferenza unica per l'elezione della Camera. I promotori del referendum giustificarono la preferenza unica come sistema per porre fine alla possibilità di controllo malavitoso sul voto per mezzo delle combinazioni delle preferenze.

Dal 1946 al 1991 il sistema elettorale era proporzionale e gli elettori potevano esprimere tre preferenze.

apri capitolo storia di questo sito

Nell'Aprile 2005 ho aperto questo sito per illustrare la riforma Costituzionale che la maggioranza di centro destra stava approvando in Parlamento nonostante la ferma contrarietà di tutta l'opposizione. Il mio scopo era diffondere la consapevolezza di quanto la riforma fosse pericolosa. Fortunatamente con il referendum del 25 e 26 Giugno 2006 il popolo italiano l'ha cancellata per sempre. Chi è interessato può vedere come era il sito al giorno del referendum 2006. E' impossibile dire se ed in quale misura questo sito abbia contribuito alla vittoria dei NO, ma mi piace pensare che il mio impegno non sia stato vano! Anche se non posso misurare l'utilità del sito a favore del fronte del NO (in termini di voti convinti), ho una idea abbastanza precisa di quante persone hanno letto pagine del sito e di quanti altri siti hanno messo link a pagine del mio. Debbo dire che su entrambi i fronti ho avuto grosse soddisfazioni! Conosco infatti con esattezza il numero dei lettori del sito poichè avevo inserito nelle pagine web un contatore di accessi. Il numero totale di accessi al sito fatti da persone fisiche è stato di 92137! leggi qui i dettagli degli accessi! Oggi è il 26 Giugno 2006 ed il referendum ha affossato per sempre la riforma del 2005. Dopo oltre un anno di attività finalmente posso riposarmi sapendo che non sono stati inutili ne i soldi spesi per acquistare e gestire il dominio web ne il (tanto) tempo impegnato nella creazione e nell'aggiornamento del sito.

Nel 2014 ho rimesso mano al sito in seguito alle modifiche costituzionali messe in atto dal Governo Renzi. La tecnologia è molto cambiata, ora il sito è correttamente fruibile anche dagli apparati mobili (telefonino e tablet). Statistiche di accesso: analytics anno 2016 e analytics anni 2015-2016

chi vuole dibattere sull'argomento può scrivermi qui